giovedì 26 luglio 2012

Rita Atria

Partanna 1974 - Roma 26 luglio 1992




 una vita nella mafia 
una morte per la giustizia



 Si lasciò cadere dal settimo piano di un appartamento di Roma, 

dove viveva protetta come testimone di giustizia.
Una settimana dopo la morte di Paolo Borsellino, 
per lei un secondo padre. 

Era il 26 luglio 1992.
 Rita aveva 17 anni. 

Nata in una famiglia mafiosa aveva scelto
la Giustizia.
E per questo sua madre e i suoi parenti  la rinnegarono. 




giovedì 19 luglio 2012

Palermo




"La lotta alla mafia il primo problema da risolvere 
nella nostra terra bellissima e disgraziata......"




alla mia città con le parole di Paolo Borsellino

A Paolo

                                                    Palermo 19 Gennaio 1940
                                                        Palermo 19 Luglio 1992







                                          il mio omaggio a Paolo Borsellino
                                       elaborazione grafica

martedì 17 luglio 2012

Amore

Sesto Aurelio Properzio
Assisi, circa 47 a.C. – Roma, 14 a.C.
















E’ un amore impossibile” - mi dici.

“E’ un amore impossibile” - ti dico.

 

Ma scopri che sorridi se mi guardi,
e scopro che sorrido se ti vedo.

“Di notte” – tu confessi – “io ti penso… 
Ti penso giorno e notte, e mi domando se stai pensando ...a me, mentre ti penso.
La società, le regole, i doveri… ma tremi quando stringo le tue mani.”

“Meglio felici o meglio allineati?”
- Ti chiedo.- 

E il tuo sorriso accende il giorno, cambiando veste ad ogni mio pensiero.

“Questo amore è possibile” - ti dico.

“Questo amore è possibile” - mi dici.




martedì 10 luglio 2012

Sciroccati

Alessandro D'Avenia
Palermo 1977


Era d’estate. Nell’antica casa di Palermo in cui abitavo c’era una stanza, la più interna e fresca: un’alcova di muri spessi. Quando spira lo Scirocco e l’aria diventa gialla, si bagna il pavimento di quella stanza e ci si stende per terra, in mutande, la guancia e i polsi incollati a terra, in croce. Non ci sono finestre, lì lo Scirocco non può trovarti, perché lo Scirocco fa impazzire, ti viene “un colpo” se ti trova. È una belva che scioglie le ginocchia e quando si avvicina c’è quel silenzio che hanno le cose in equilibrio subito prima di crollare: un palazzo incendiato, prima di precipitare; un bosco, prima del temporale; la terra, prima di un terremoto. I miei avi hanno imparato a difendersi dalla bestia che soffia, nascondendosi in questa stanza irraggiungibile, come il cuore. Infatti se quel vento ti entra nella testa vedi miraggi, sei uno “sciroccato” si dice, però passa. Ma se ti entra nel cuore, sei fottuto: ti brucia da dentro e ti inaridisce, come fa con gli alberi di arance.
Niente è più serio dello Scirocco nella mia terra. Nella stanza dello Scirocco non resta che fare i conti con quello che si ha e quello che non si ha. Non c’è altro. Quello che trovi in quella stanza, nudo, senza niente, ti salva. Forse per questo mia nonna diceva sempre: Tri sunnu li putenti: u papa, u re e cu’ nun havi nenti. Ricordo i discorsi sussurrati in quella stanza, anzi sono gli unici che ricordo. Un giorno, mentre lo Scirocco mordeva l’aria estiva, screpolava le persiane, abbatteva i cani, parlai con mio padre. Ero solo un bambino.
“Arriva”
“Chi?”
“Lo Scirocco”
“Come lo sai?”
“Il mare. Lo senti?”
“No”
“Appunto. Quando il mare rallenta e respira piano, le cicale impazziscono di paura e lo richiamano a fare il suo dovere. Lui arriva”
“Chi?”
“Te l’ho detto, scimunito. Lo Scirocco”
“E che si fa?”
“Come il mare. Respira piano. Appoggia la guancia al pavimento: aspetta e ascolta”
“Cosa?”
“Storie”
“Che storie?”
“Storie d’amore”
“E perché d’amore?”
“Ne esistono altre?”
“Che ne so, storie di avventura, di battaglie, di mistero…”
“E per cos’altro si va all’avventura, si soffre e si risolvono indovinelli?”
“E tu quali storie sai, papà’”
“Una sola”
“Solo una?”
“Basta e avanza”
“E come fa?”
“C’è un ragazzo. Suo padre dice che sarebbe ora che si sposasse. Sua madre dice che sarebbe bello piuttosto che si innamorasse. Suo padre dice che non c’è differenza. Sua madre dice che la differenza c’è. Suo padre non dice più nulla, tanto sua moglie ha sempre ragione”
“E poi?”
“E poi s’innamora”
“E finisce così?”
“Perché c’è altro?”
“Lei com’è? Cosa succede?”
“Lei è tua madre. Lui le dice ti amo. Non c’è altro. I dolori, le cadute, le avventure, i misteri, le gioie si dimenticano.”
“Ma di questo sono fatte le storie!”
“Non quando c’è lo Scirocco”
“Perché?”
“Quando c’è lo Scirocco bisogna andare all’osso”
“E qual è l’osso?”
“Quello che resta. Il mare. Il vento. Le stelle. La sabbia”
“E che fanno?”
“Lo sfondo”
“Lo sfondo?”
“Della commedia”
“Quale?”
“Quella di chi è innamorato”
“È una commedia?”
“Sì”
“Perché si ride?”
“No”
“E perché?”
“Perché finisce bene”
“E la tua storia come finisce?”
“Bene”
“E basta?”
“Sì”
“Neanche una lacrima?”
“Continuamente”
“Papà, ma che commedia è se si piange?”
“Figlio mio, che commedia è se non si piange?”
“Che cosa è questo rumore?”
“Quale?”
“Questo tum-tum. Sbattono le porte?”
“No. È il cuore, scimunito”
“Che ne so io che si sente il cuore nel pavimento…”
“Il giorno che non lo senti, vuol dire che lo Scirocco te l’ha bruciato. Quella è una tragedia…”
“Il mio è più veloce del tuo, papà, lo senti?”
“Lo so”
“Perché?”
“Perché ama poco”
“Perché quando ama rallenta?”
“Certo”
“E perché?”
“Perché non ha fretta”
“E poi?”
“E poi si ferma”

“Quando?”
“Quando non ha più fretta per niente”
“E quand’è?”
“Quando finisce la commedia”
“E che succede?”
“Si ride”
“Che è sto silenzio?”
“È arrivato, se senti il silenzio…”
“Beddamatri, fa scantari!”
“Lascia stare mamma. E poi non è una disgrazia…”
“Ma se bisogna nascondersi, parlare piano… Fa paura lo Scirocco”
“Tu sei figlio dello Scirocco”
“Io?”
“Era un giorno di Scirocco terribile, i fiori e i cani fuori morivano, e tua madre e io eravamo qui per terra…”
“E allora?”
“Scimunito, a te lo Scirocco t’è rimasto in testa”
IL FIGLIO DELLO SCIROCCO


Era il 2 luglio ed anche io nascevo a Palermo in un giorno di scirocco, caldo, caldissimo, insopportabile, che toglieva il respiro. E quello affanato di mia madre si confondeva col soffio arido del vento. Trascinava tutto nella sua corsa infuocata, le carte, le foglie e le faceva rotolare in piccoli vortici lungo i marciapiedi di Corso Calatafimi quasi deserto. Era così caldo che le candele, nei candelabri della camera da pranzo, si piegarono. Era un sabato alle 11:15.







Alejandra Pizarnik

 Buenos Aires 1936 - 1972
 

 
  
 
 
 
 
Lei si spoglia nel paradiso
della sua memoria
Lei non conosce il destino feroce
delle sue visioni
Lei ha paura di non sapere nominare
ciò che non esiste.



Massimo

Massimo Troisi
San Giorgio a Cremano 1953 - Ostia 1994
 
 
Per vostra norma e regola, 
non sono mai stato innamorato di niente e di nessuno, 
se si esclude
la pizza di pane con i fichi dentro.

 
 

domenica 1 luglio 2012

Romanzi


Luigi Pirandello

L'Esclusa 
1893
(primo titlolo Marta Ajala)



Letture



 ".....la mia strana vita, 
la cui possibile giustificazione sta in queste pagine… 
I miei limiti personali e la mia curiosità 
lasciano qui la loro testimonianza.” 

J. L. Borges

Il Ciclo









elaborazione grafica esposta alla mostra 
CIBART
Officina Solare
30 giugno - 12 Luglio 2012

Amici d'Arte

un omaggio di Salvatore Amidei
all'Officina Solare