Introduzione al libro
"Le Preferenze di...." la passione per il risotto nel mondo dell'arte
di Tony Vianello, a cura di Boris Brollo
"Le Preferenze di...." la passione per il risotto nel mondo dell'arte
di Tony Vianello, a cura di Boris Brollo
Ho sempre nutrito una vera passione per la cucina,
per il cibo e soprattutto per la convivialità che nasce sempre intorno
ad essa. Uno stimolo appetitoso per un'appassionata di enogastronomia
come me.
L'Italia, come si sa , offre un patrimonio
culinario di alta qualità che, ben pochi paesi possono vantare, con 22 regioni ricche di distinte
caratteristiche geografiche, geopolitiche e antiche tradizioni contadine, montane
e marinare.
Penso che, molto spesso, è proprio attraverso la
conoscenza della cultura gastronomica che si riesce a conoscere un paese, una
ricetta attraversa le strade, le montagne ed i mari e porta dentro di se
profumi, sapori, ricordi, tradizioni.
Per motivi di lavoro ho avuto la fortuna di
conoscere abbastanza bene il Veneto e la sua cucina delicata e rustica, al
contempo, proprio per le tante diversità ambientali che offre un territorio con
una così vasta diversità morfologica.
E se è vero che la gastronomia nasce ed appartiene
alla cultura dell'uomo, la città di Venezia ha sicuramente dato una forte mano
a questa crescita, essendo stata la sede di uno dei più ricchi e fiorenti
mercati.
La magnificenza della Serenissima si espresse
anche nella gastronomia, all'epoca già ricca di piatti a base di pesce e carni
dell'entroterra che ritroviamo immortalata in straordinarie scene di pittori
dell'epoca, come il Veronese, con il famoso Le Nozze di Cana (1563 -
Louvre Parigi).
Ed è proprio sulle tavole dei fiabeschi pranzi che allietavano le feste ed i
carnevali veneziani che divenne comune l'uso della forchetta e fece il suo
primo ingresso il caffè.
Le spezie la facevano da padrone e gli abili
commercianti veneziani preparavano e vendevano “speciarie veneziane” e “sacheti veneti”
, preziosi sacchetti contenenti zenzero,
cardamomo, cannella, noce moscata, zucchero e molto altro ancora.
Mi è difficile immaginare gli odori ed i colori di
cui Venezia era dipinta ed intrisa in quegli anni, ma, oggi, riesco a coglierli
nell'elaborazione di una cultura ricca di influenze che ritroviamo
perfettamente negli attuali usi e costumi e in particolare in una gastronomia
che si distingue per la ricerca di sapori forti.
Non dimentichiamo però che a questa opulenza,
nella stessa città, si contrapponevano rigide tradizioni, fatte piuttosto di
negazioni e divieti, che di piacere del palato, dettate da una rigida
religione: quella ebraica. A Venezia sorgeva infatti il primo ghetto,
riconosciuto come tale, ed ecco altre mescolanze e sapori straordinari presenti
ancora sulle nostre tavole. Piatti con alimenti preferibilmente più originari
dell'entroterra, che dal mare, come le anatre, le oche, trasformate in
eccellenti salumi, ed il tacchino, ma anche carciofi, verdure marinate, riso,
uvetta, e liquori con zenzero limone e cannella.
Una sapienza secolare, quella della cucina veneta,
che con prodotti poveri e più ricchi, della terra, del mare,
e dei fiumi mescolati ai profumi e ai sapori orientali, ha saputo dare
origine a prodotti e piatti di alta prelibatezza. Dalla povera polenta
che incontra sia gli uccellini, che le seppie, ma anche un saporito baccalà, al
saor per conservare le semplici sarde, ai legumi sapientemente
interpretati nella pasta e fasioi, ai bigoli con vari intingoli, al fegato
alla veneziana, ai tanti e vari straordinari risotti. Il riso, protagonista
di questa pubblicazione, che fa ritrovare la storia e la grandezza della
Repubblica Marinara e dei suoi commerci. Arrivato confuso tra le tante spezie
lascia fortunatamente il suo primario ruolo terapeutico o di addensante e si
trasforma in una eccellente e versatile pietanza. Questo alimento si sposa
perfettamente con molti altri facendo nascere piatti tipici come il famoso
piatto del Doge risi e bisi che si serve il 25 aprile, festa di San
Marco, una minestra densa, che spesso
ha allietato e corroborato le mie visite
nella splendida città di Venezia.
Tutti questi prelibati piatti possono essere
perfettamente abbinati ai vini locali che vantano ben 17 zone di produzione di
vini DOC che ne determinano la qualità e la tipicità.
Una produzione particolarmente varia con punte di
eccellenza di fama mondiale come l'Amarone ed il Prosecco ed altri altrettanto
straordinari e conosciuti come il Valpolicella, il Recioto, il Bardolino, senza
tralasciare i bianchi con lo splendido Soave, il Lugana ed il Custoza.
Di prelibatezza in prelibatezza arriviamo ai dolci
con i famosi baicoli e, per carnevale. i dolci forse portati da Marco
Polo: i golosessi, spiedini di frutta secca caramellata da gustare
proprio come dei lecca-lecca, il soffice pandoro, la torta sabbiosa,
la crema fritta e le dolcissime cotognate. Dolcezze tipiche da
bagnare con altrettanti vini dolci come il vin santo di Gambellara, i passiti
dei colli euganei, il recioto, o l'antichissima malvasia di
Candia altro prezioso dono arrivatoci dai commerci della Repubblica.
E la storia continua ad influenzare le tradizioni
venete, passata la
Serenissima ecco l'Impero Austroungarico a lasciare
attualissimi ricordi, un bicchiere di spritz non può mai mancare per
l'aperitivo, magari alternato ad un Bellini.
Specialità varie ma tutte fortemente radicate al
proprio territorio d'origine, ecco la caratteristica della cucina veneta.
Lucia Di Miceli