La vita non è quella che si è vissuta ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla. (Gabriel Garcia Marquez) Libera autobiografia per immagini di Lucia
venerdì 30 marzo 2012
martedì 27 marzo 2012
La morte di Ermengarda
Sparsa le trecce morbide
sull’affannoso petto,
lenta le palme,e rorida
di morte il bianco aspetto,
giace la pia ,col tremolo
sguardo cercando il ciel.
Cessa il compianto:unanime
s’innalza una preghiera:
calata in su la gelida
fronte, una man leggiera
sulla pupilla cerula
stende l’estremo vel.
Sgombra ,o gentil, dall’ansia
mente i terrestri ardori;
leva all’Eterno un candido
pensier d’offerta, e muori:
fuor della vita è il termine
del lungo tuo martir.
Tal della mesta,immobile
era quaggiuso il fato:
sempre un obblio di chiedere
che le saria negato;
e al Dio de’ santi ascendere,
santa del tuo patir.
Ahi!nelle insonni tenebre,
pei claustri solitari,
tra il canto delle vergini,
ai supplicati altari,
sempre al pensier tornavano
gl’irrevocati dì;
quando ancor cara, improvida
d’un avvenir mal fido,
ebbra spirò le vivide
aure del Franco lido,
e tra le nuore Saliche
invidiata uscì:
quando da un poggio aereo,
il biondo crin gemmata,
vedea nel pian discorrere
la caccia affaccendata,
e sulle sciolte redini
chino il chiomato sir;
e dietro a lui la furia
de’ corridor fumanti;
e lo sbandarsi,e il rapido
redir dei veltri ansanti
e dai tentati triboli
l’irto cinghiale uscir;
e la battuta polvere
rigar di sange,colto
dal regio stral:la tenera
alle donzelle il volto
volgea repente,pallida
d’amabile terror.
Oh Mosa errante! oh tepidi
lavacri d’Aquisgrano!
ove, deposta l’orrida
maglia,il guerrier sovrano
scendea del campo a tergere
il nobile sudor!
Come rugiada al cespite
dell’erba inaridita,
fresca negli arsi calami
fa rifluir la vita,
che verdi ancor risorgono
nel temperato albor;
tale al pensier,cui l’empia
virtùd’amor fatica,
discende il refrigerio
d’una parola amica,
e il cor diverte ai placidi
gaudii di un altro amor.
Ma come il sol che reduce
l’erta infocata ascende,
e con la vampa assidua
l’immobil aura incende,
risorti appena i gracili
steli riarde al suol;
ratto così dal tenue
obblio torna immortale
l’amor sopito, e l’anima
impaurita assale,
e le sviate immagini
richiama al noto duol.
Sgombra,o gentil,dall’ansia
mente i terrestri ardori;
leva all’Eterno un candido
pensier d’offerta, e muori:
nel suol che dee la tenera
tua spoglia ricoprir,
altre infelici dormono,
che il duol consunse;orbate
spose dal brando, e vergini
indarno fidanzate;
madri che i nati videro
trafitti impallidir.
Te dalla rea progenie
degli oppressor discesa,
cui fu prodezza il numero,
cui fu ragion l’offesa,
e dritto il sangue, e gloria
il non aver pietà,
te collocò la provida
sventura in fra gli oppressi:
muori compianta e placida;
scendi a dormir con essi:
alle incolpate ceneri
nessuno insulterà.
Muori; e la faccia esanime
si ricomponga in pace;
com’era allor che improvida
d’un avvenir fallace,
lievi pensier virginei
solo piangea. Così
dalle squarciate nuvole
si svolge il sol cadente,
e, dietro il monte,imporpora
il trepido occidente:
al pio colono augurio
di più sereno dì.
Alessandro Manzoni
Adelchi coro atto IV
1820/1822
giovedì 22 marzo 2012
S'ode ancora il mare
Gia da più notti s'ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d'una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo;
ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani:
lamento assiduo di gabbiani:
forse d'uccelli delle torri,
che l'aprile sospinge verso la pianura.
Già m'eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un'eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un'eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.
Salvatore Quasimodo
Modica 1901 - Napoli 1968
Modica 1901 - Napoli 1968
Nobel per la letteratura 1959
lunedì 19 marzo 2012
martedì 13 marzo 2012
I sotterranei
Jack Kerouac
Lowell 1922 - St.Petersburg 1969
...Ero una volta giovane e aggiornato e lucido
e sapevo parlare di tutto
con nervosa intelligenza e con chiarezza
e senza far tanti retorici
preamboli come faccio ora;
in alte parole questa è la storia di uno
sfiduciato
che non è più padrone di sé e insieme la storia di un
egomaniaco,
per costituzione e non per facezia...
domenica 11 marzo 2012
mercoledì 7 marzo 2012
Alessandro Francesco Tommaso Manzoni
Gli Sposi Promessi
1821_ 1823
Capitolo I
Quel ramo del lago di Como, che volge a
mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda
dello sporgere e del rientrare di quelli, vien quasi a un tratto, tra un promontorio a
destra e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive par
che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione e segni il punto in cui il
lago cessa, e l'Adda ricomincia per ripigliar poi nome di lago dove le rive,
allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in
nuovi seni...
Capitolo VIII
Addio monti sorgenti dall'acque ed elevati al cielo,cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi e impresse nella
sua mente, non meno che l’aspetto de' suoi familiari, torrenti, de' quali
si distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche ville sparse
e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti, addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!
Alla fantasia, di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel
momento, i sogni della ricchezza, egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno. tornerà
dovizioso. Quanto più si avanza nel piano il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme, l'aria gli par gravosa
e morta, s'inoltra mesto e disattento, nelle città tumultuose, le
case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli
levino il respiro e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui
ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo e che comprerà, tornando ricco, a' suoi monti. ...
Poesia
Si avvicina il temporale
La nebbia s'era da poco addensata e accavallata in nuvoloni che,
rabbuiandosi sempre piu,
davano l'idea di un annottar
tempestoso;
se nonché, verso il mezzo di quel cielo cupo e abbassato,
traspariva, come da un fitto velo, la sfera del sole,
pallida, che
spargeva intorno a sé un barlume fioco e sfumato,
e pioveva un colore
smorto e pesante.
7 marzo anniversario nascita
domenica 4 marzo 2012
Lucio Dalla
Bologna 1943 - Montreux 2012
Futura
chissa' chissa' domani
su che cosa metteremo
le mani
se si potra' contare ancora
le onde del mare e
alzare la testa
non essere cosi' seria
rimani
i russi, i russi gli americani
no lacrime non fermarti
fino a domani
sara' stato solo un tuono
non mi meraviglio
e' una notte di fuoco
dove sono le tue mani
nascera' e non avra' paura
nostro figlio
e chissa' come sara' lui domani
su quali strade camminera'
cosa avra' nelle sue mani
le sue mani
si muovera' e potra' volare
nuotera' su una stella
come sei bella
e se e'una femmina si chiamera'
futura
il suo nome detto questa notte
mette gia' paura
sara' diversa bella come una stella
sarai tu in miniatura
ma non fermarti
voglio ancora baciarti
chiudi i tuoi occhi
non voltarti indietro
qui tutto il mondo
sembra fatto di vetro
e
su che cosa metteremo
le mani
se si potra' contare ancora
le onde del mare e
alzare la testa
non essere cosi' seria
rimani
i russi, i russi gli americani
no lacrime non fermarti
fino a domani
sara' stato solo un tuono
non mi meraviglio
e' una notte di fuoco
dove sono le tue mani
nascera' e non avra' paura
nostro figlio
e chissa' come sara' lui domani
su quali strade camminera'
cosa avra' nelle sue mani
le sue mani
si muovera' e potra' volare
nuotera' su una stella
come sei bella
e se e'una femmina si chiamera'
futura
il suo nome detto questa notte
mette gia' paura
sara' diversa bella come una stella
sarai tu in miniatura
ma non fermarti
voglio ancora baciarti
chiudi i tuoi occhi
non voltarti indietro
qui tutto il mondo
sembra fatto di vetro
e
sta cadendo a pezzi
come un vecchio presepio
di piu' muoviti piu' in fretta di piu'
benedetta
piu' su' nel silenzio tra le nuvole
piu' su'
che si arriva alla luna
si la luna
ma non e' bella come te
questa luna
e' una sottana americana
allora su
mettendoci di fianco piu' su'
guida tu che sono stanco
piu' su'
in mezzo ai razzi e a un batticuore
piu' su'
son sicuro che c'e' il sole
ma che sole
e' un cappello di ghiaccio
questo sole
e' una catena di ferro
senza amore
amore
amore...
amore...
lento, lento adesso batte piu' lento
ciao, come stai
il tuo cuore lo sento
i tuoi occhi cosi' belli
non gli ho visti mai
ma adesso non voltarti
voglio ancora guardarti
non girare la testa
dove sono le tue mani
aspettiamo che ritorni la luce
di sentire una voce
aspettiamo senza avere paura
domani.
come un vecchio presepio
di piu' muoviti piu' in fretta di piu'
benedetta
piu' su' nel silenzio tra le nuvole
piu' su'
che si arriva alla luna
si la luna
ma non e' bella come te
questa luna
e' una sottana americana
allora su
mettendoci di fianco piu' su'
guida tu che sono stanco
piu' su'
in mezzo ai razzi e a un batticuore
piu' su'
son sicuro che c'e' il sole
ma che sole
e' un cappello di ghiaccio
questo sole
e' una catena di ferro
senza amore
amore
amore...
amore...
lento, lento adesso batte piu' lento
ciao, come stai
il tuo cuore lo sento
i tuoi occhi cosi' belli
non gli ho visti mai
ma adesso non voltarti
voglio ancora guardarti
non girare la testa
dove sono le tue mani
aspettiamo che ritorni la luce
di sentire una voce
aspettiamo senza avere paura
domani.
Attenti al Lupo
venerdì 2 marzo 2012
Mario De Andrade
San Paolo 1893 - 1945
Rondò per te
Da te, Rosa non vorrei
Ricevere soltanto questo abbraccio
Così adagio che mi dai,
Nè godere soltanto questo bacio
Così bagnato che mi dai...
E se non voglio è soltanto perché
Da tutto quello che mi hai raccontato
Ho già capito che dentro il tuo petto
Singhiozza il cuore perfetto
Che hai.
Così mi son messo in capo
Che unitamente a questo corpomagro
Grazioso e bruno che mi dai,
Unitamente alla bellezza, al garbo
E alla risata che mi dai
E che mi fan perdere la testa,
Potrei magare possedure pure
Quello che vive al di là del tuo viso, Rosa,
Il pensiero, l'anima e il dolore
Che hai.
1924
Rondò per te
Da te, Rosa non vorrei
Ricevere soltanto questo abbraccio
Così adagio che mi dai,
Nè godere soltanto questo bacio
Così bagnato che mi dai...
E se non voglio è soltanto perché
Da tutto quello che mi hai raccontato
Ho già capito che dentro il tuo petto
Singhiozza il cuore perfetto
Che hai.
Così mi son messo in capo
Che unitamente a questo corpomagro
Grazioso e bruno che mi dai,
Unitamente alla bellezza, al garbo
E alla risata che mi dai
E che mi fan perdere la testa,
Potrei magare possedure pure
Quello che vive al di là del tuo viso, Rosa,
Il pensiero, l'anima e il dolore
Che hai.
1924
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