mercoledì 19 novembre 2014

Con cosa posso trattenerti?




Ti offro strade difficili,
tramonti disperatila luna di squallide periferie.
Ti offro le amarezze di un uomo
 che ha guardato a lungo la triste luna.
Ti offro i miei antenati,i miei morti,
i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo:
il padre di mio padre ucciso sulla frontiera di Buenos Aires
due pallottole attraverso i suoi polmoni,
barbuto e morto,avvolto dai soldati nella pelle di una mucca 
il nonno di mia madre – appena ventiquattrenne -
a capo di trecento uomini in Perù,
ora fantasmi su cavalli svaniti.
Ti offro qualsiasi intuizione sia nei miei libri,qualsiasi virilità o vita umana.
Ti offro la lealtà di un uomo che non è mai stato leale.
Ti offro quel nocciolo di me stesso che ho conservato,
in qualche modo il centro del cuore che non tratta con le parole, 
né coi sogni e non è toccato dal tempo,dalla gioia, dalle avversità.
Ti offro il ricordo di una rosa gialla al tramonto,anni prima che tu nascessi. 
Ti offro spiegazioni di te stessa,teorie su di te, 
autentiche e sorprendenti notizie di te.
Ti posso dare la mia tristezza,
la mia oscurità, la fame del mio cuore
cerco di corromperti con l’incertezza,il pericolo, la sconfitta.

Jorge Luis Borges

lunedì 10 novembre 2014

Escher


















Se il mondo ha la struttura del linguaggio
e il linguaggio ha la forma della mente
la mente con i suoi pieni e i suoi vuoti
è niente o quasi e non ci rassicura,
Così parlò Papirio. Era già scuro
e pioveva.
Mettiamoci al sicuro
disse e affrettò il passo senza accorgersi
che il suo era il linguaggio del delirio.
Relativity, Maurits Cornelis Escher

domenica 2 novembre 2014

L'Isola

Odisseo - Non sono immortale.
Calipso - Lo sarai se mi ascolti. Che cos’è vita eterna se non questo accettare l’istante che viene e 
l’istante che va? L’ebbrezza, il piacere, la morte, non hanno altro scopo. Cos’è stato finora il tuo 
errare inquieto?
Odisseo - Se lo sapessi, avrei già smesso. Ma tu dimentichi qualcosa.
Calipso - Dimmi
Odisseo - Quello che cerco l’ho nel cuore, come te.

Cesare Pavese - Dialoghi con Leucò - Dialogo l'Isola


















Arnold Böcklin 
Basilea, 16 ottobre 1827 – San Domenico di Fiesole, 16 gennaio 1901 

Lo squillo

Quando squilla il telefono, e leggo sul display il tuo numero, a volte non vorrei rispondere. Anche se è sempre un tuffo al cuore, un sottile piacere dell'ego, il desiderio di ogni giorno, ma il ricordo di un dolore che non vorrei  più provare.
Spingere il tasto e sentire il suono della tua voce è poi una cosa normale, anche se non succede da più di mese. 
Perché tutto è sempre stato normale tra noi. Normale come stare al mare  al tramonto e vederlo calmo, liscio, quasi immobile, con quel tenue rumore di risacca che diventa una musica, e sentirlo caldo anche se non lo tocchi. 
Perché io al mare ci sono nata, come ci sei nato tu, ed è al mare che ci siamo presi, come se in quel momento fosse la cosa più naturale da fare e poi ogni giorno e mai una volta con noia.
Perché quando una persona l'hai amata, anche per un solo giorno, l'hai amata per sempre e non puoi farci più niente, proprio niente.






Ricordare








Ricordo di Mary A.

















Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d'estate
c'era una nube ch'io mirai a lungo:
bianchissima nell'alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.

E da quel giorno molte molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell'amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa intendi.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l'ho baciato un giorno.

Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa su nel cielo.
Questa ricordo e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall'alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento.

Bertold Brecht
Augusta, 10 febbraio 1898 – Berlino Est, 14 agosto 1956
paesaggio con nuvole - John Constable 
East Bergholt, Suffolk, 1776 - Londra 1837