Santiago de Las Vegas 1923 - Siena 1985
Le nostre distanze un pò s'accorciavano un pò s'allungavano,
ma ormai era chiaro che l'uno non avrebbe
mai raggiunto l'altro nè mai l’altro l’uno.
Di giocare a rincorrerci avevamo perso ogni gusto,
e
del resto non eravamo più bambini, ma ormai non ci restava altro da
fare.
«Un ragazzo sale su di un albero, si arrampica tra i rami,
passa da una pianta all'altra, decide che non scenderà più.
L'autore del libro non ha fatto che sviluppare questa immagine
e portarla alle estreme conseguenze:
il protagonista trascorre l'intera vita sugli alberi,
una vita tutt'altro che monotona, anzi:
piena d'avventure, e tutt'altro che da eremita,
però sempre mantenendo tra sé e i suoi simili
questa minima ma invalicabile distanza.»
passa da una pianta all'altra, decide che non scenderà più.
L'autore del libro non ha fatto che sviluppare questa immagine
e portarla alle estreme conseguenze:
il protagonista trascorre l'intera vita sugli alberi,
una vita tutt'altro che monotona, anzi:
piena d'avventure, e tutt'altro che da eremita,
però sempre mantenendo tra sé e i suoi simili
questa minima ma invalicabile distanza.»
Le città invisibili
L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà;
se ce n'è uno, è quello
che è già qui,
l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo
stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti:
accettare l'inferno
e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esigere attenzione e apprendimento continui:
Il secondo è rischioso ed esigere attenzione e apprendimento continui:
cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno,
non è
inferno, e farlo durare e dargli spazio.
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