sabato 31 dicembre 2011

Tu non sai



Tu non sai : ci sono betulle che di notte
levano le loro radici,
e tu non crederesti mai
che di notte gli alberi camminano
o diventano sogni.
Pensa che in un albero c'è un violino d'amore.
Pensa che un albero canta e ride.
Pensa che un albero sta in un crepaccio
e poi diventa vita.
Te l'ho già detto : i poeti non si redimono,
vanno lasciati volare tra gli alberi
come usignoli pronti a morire


Lascio a te queste impronte sulla terra
tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una tempesta,
una donna che avida di dire
disse cose notturne e delicate,
una donna che non fu mai amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al firmamento,
ma qui passò soltanto il mio tormento.


Alda Merini

1861-2011


 Con Te


Sempre Italia

Un nuovo Anno


Harold e Maude

  Hal Ashby
 1971





Secondo me gran parte delle brutture  
di questo mondo 
viene del fatto che della gente 
che è diversa permetta 
che altra gente  
la consideri uguale.

Sergio Endrigo

L'Arca di Noè 1970

Un volo di gabbiani telecomandati
E una spiaggia di conchiglie morte
Nella notte una stella d'acciaio
Confonde il marinaio
Strisce bianche nel cielo azzurro
Per incantare e far sognare i bambini
La luna è piena di bandiere senza vento
Che fatica essere uomini

Partirà la nave partirà
Dove arriverà questo non si sa
Sarà come l'arca di Noè
Il cane il gatto io e te

Un toro è disteso sulla sabbia
E il suo cuore perde kerosene
A ogni curva un cavallo di latta
Distrugge il cavaliere
Terra e mare polvere bianca
Una città si è perduta nel deserto
La casa è vuota non aspetta più nessuno
Che fatica essere uomini


Partirà la nave partirà
Dove arriverà questo non si sa
Sarà come l'arca di Noè
Il cane il gatto io e te

2011 
La luna è piena di bandiere senza vento
Che fatica essere uomini

L'acqua


L'acqua è scivolata 
sul profumo dei pini
e dei ginepri
come un torrente ha travolto 
il suono delle parole
le dolcezze del sorriso
la forza dello sguardo.
Il mio bicchiere è ormai vuoto
come il mio letto. 

Notte di luglio a Santa Lucia
e sole accecante sulla spiaggia di sassi.
Sotto il ponticello
non ti ho più trovato.

giovedì 22 dicembre 2011

Io nata a Palermo
contro la mafia 
SEMPRE







"La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere 
nella nostra terra bellissima e disgraziata, 
non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, 
ma un movimento culturale e morale 
che coinvolgesse tutti e specialmente 
le nostre giovani generazioni, le più adatte 
a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà 
che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, 
dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. 
Ricordo la felicità di Falcone quando 
in un breve periodo di entusiasmo egli mi disse: 
"La gente fa il tifo per noi." 
E con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto 
che l'appoggio morale della popolazione dava al lavoro del giudice, 
significava qualcosa di più, 
significava soprattutto 
che il nostro lavoro stava anche svegliando le coscienze."

Paolo Borsellino

mercoledì 21 dicembre 2011

Zhang Yimou

Cina 1951

Lanterne Rosse 
1991


Clode Lelouch

Parigi 1937


Bolero Les uns et les autres  
1981

Robert Hossein
Nicole Garcia
Geraldin Chaplin
Daniel Olbrychski
Fanny Ardant
Jaques Villeret
Richard Bohringer
James Caan






Jorge Donn fantastico ballerino
Palomar 1948 - Losanna 1992

mercoledì 14 dicembre 2011

Hermann Hesse


Così cadono le fronde intorno all'albero in autunno: 
esso non ne sa nulla, 
la pioggia lo bagna o lo colpisce il sole o il gelo, 
la vita gli si ritrae lentamente in uno spazio minimo e intimo. 
Esso non muore. 
Aspetta.

Pedro Salinas y Serrano

Madrid 1891 - Boston 1951







...chi ama lo sa anche quando non dovrebbe saperlo... 
(la Voce a Te dovuta 1933) 











Il tuo modo d'amare è lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni è il silenzio. [...]
Mai parole o abbracci mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi, mappe, telefoni, presagi; tu, no.
E sto abbracciato a te senza chiederti nulla,
per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire, con domande, con carezze,
quella solitudine immensa, d'amarti solo io.






Ti aspetto oltre qualsiasi fine o termine in ciò che non deve succedere:
Io resto nel puro atto del tuo desiderio, amandoti.
E non voglio altro che vederti amare.
 




Non ho bisogno di tempo
per sapere chi sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere
là dove taci, o nelle
parole con cui tu taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all'indietro
in ciò che hai fatto, prima,
sommare azioni a sorriso,
anni a nomi, sarà
come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nuda ormai dell'equivoco,
della storia, del passato,
tu, amazzone sulla folgore,
palpitante di recente
ed inatteso arrivo,
sei così anticamente mia,
da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si riconoscono lettere
e forme e si fanno conti
e si crede di vedere
chi tu sia, o mia invisibile.



Non voglio che ti allontani,
dolore, ultima forma
di amare. Io mi sento vivere
quando tu mi fai male
non in te, né qui, più oltre:
sulla terra, nell'anno
da dove vieni
nell'amore con lei
e tutto ciò che fu.
In quella realtà
sommersa che nega se stessa
ed ostinatamente afferma
di non essere esistita mai,
d'essere stata nient'altro
che un mio pretesto per vivere.
Se tu non mi restassi,
dolore, irrefutabile,
io potrei anche crederlo;
ma mi rimani tu.
La tua verità mi assicura
che niente fu menzogna.
E fino a quando ti potrò sentire,
sarai per me, dolore,
la prova di un'altra vita
in cui non mi dolevi.
La grande prova, lontano,
che è esistita, che esiste,
che mi ha amato, sì, 
che la sto amando ancora.



Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell'anima lontana,
eterna presenza.

martedì 13 dicembre 2011

Santa Lucia



Il 13 dicembre si apre il periodo 
del lento aumento della luce diurna 
e annuncia la fine dell’oscurità invernale. 
In sicilia un vecchio detto contadino recita:
“La cchiù longa nuttata chi ci sia”.
la notte più lunga che ci sia

Il nome Lucia che significa “promessa di luce”, 
e per questo ha reso la Santa siracusana
protettrice della vista . 
In particolare Santa Lucia
venne implorata dai palermitani 
facendo arrivare nel porto
un bastimento carico di grano
proprio il 13 dicembre. 
I palermitani stremati dalla fame
da diversi mesi di carestia, 
per sfamarsi in minor tempo, 
bollirono il grano e promisero 
che in quel giorno non avrebbero
più mangiato alcun genere di farinacei.
Così nel giorno di Santa Lucia le tavole siciliane 
si imbandiscono con 
Panelle, Crocchè di patate, Arancine 
e infine con la dolce Cuccia. 

arancine

panelle e crocchè

cuccia

Jeorge Luis Borges

Buenos Aires1899 – Ginevra1986



















Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
Nella prossima cercherei di commettere più errori.
Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più.
Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato,
di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
Sarei meno igienico.

Correrei più rischi,
farei più viaggi,
contemplerei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei in più fiumi.

Andrei in più luoghi dove mai sono stato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali, e meno problemi immaginari.

Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto
della loro vita sensati e con profitto;
certo che mi sono preso qualche momento di allegria.

Ma se potessi tornare indietro, cercherei
di avere soltanto momenti buoni.
Chè, se non lo sapete, di questo è fatta la vita,
di momenti: non perdere l'adesso.

Io ero uno di quelli che mai
andavano da nessuna parte senza un termometro,
una borsa dell'acqua calda,
un ombrello e un paracadute;
se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.

Se potessi tornare a vivere
comincerei ad andare scalzo all'inizio
della primavera
e resterei scalzo fino alla fine dell'autunno.

Farei più giri in calesse,
guarderei più albe,
e giocherei con più bambini,
se mi trovassi di nuovo la vita davanti.

Ma vedete, ho 85 anni
e so che sto morendo.

dedicata a mio padre


domenica 11 dicembre 2011

Alda

Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.
  

Tu non sai: 
ci sono betulle che di notte levano le loro radici, 
e tu non crederesti  
mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni.
Pensa che in un albero c'è un violino d'amore.
Pensa che un albero canta e ride.
Pensa che un albero sta in un crepaccio e poi diventa vita.
Te l'ho già detto: 
i poeti non si redimono,
vanno lasciati volare tra gli alberi 
come usignoli pronti a morire.


Una volta ti dissi:
non arrabbiarti, amore,
s’io sono diversa.
Forse sono una colonna di fumo,
ma la legna che sotto di me arde
è la legna dorata dei boschi,
e tu non hai voluto ascoltarmi.
Guardavi la mia pelle candida
con l’incredulità di un sacerdote,
e volevi affondarvi il coltello
e così la tua vittima è morta
sotto il peso della tua stoltezza,
o malaccorto amore.
Prendevo in giro l’ebrietà della forma
e sapevo che ero di lutto,
eppure il lutto mi doleva dentro
con la dolcezza di uno sparviero.
Quante volte fui scoperta e mangiata,
quante volte servii di pasto agli empi;
e anche tu adesso sei empio,
o mio corollario di amore.
Dov’è la tua religione
per la mia povera croce?


Alda Merini

 











Unica, offesa, mortificata, affranta, rinchiusa, grande, immensa, 
cara Alda

Non sei sola




 io ho sofferto di endometrosi

Nazim Hikmet-Ran

Salonicco 1902 - Mosca 1963

L'assenza dondola nell'aria come un batacchio di ferro
martella il mio viso martella
ne sono stordito

corro via l'assenza m'insegue
non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado

l'assenza non è tempo né strada
l'assenza è un ponte fra noi
più sottile di un capello più affilato di una spada

più sottile di un capello più affilato di una spada
l'assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l'uno all'altra i nostri ginocchi si toccano.















Il più bello dei mari 
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto 


Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.




Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.
 
In questa notte d'autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.
Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini 

L'Amore stupisce

Ascanio Celestini


La Pecora nera

Ascanio Celestini - Roma 1972 
La pecora nera 2010 - Regista, sceneggiatore e attore
con Giorgio Tirabassi eccezionale









Un viaggio straordinario e profondo
nella mente fantastica e sconosciuta 
degli emarginati mentali
persone semplici ed uniche
mai abbastanza 
rispettate ed amate

giovedì 8 dicembre 2011

Diego Rivera



 Autoritratto*
Oggi nell'anniversario della sua morte ricordo Diego Rivera 
per il suo costante impegno politico e sociale attraverso la pittura 
ed i suoi straordinari murales, che raccontano in ogni dettaglio 
la storia del suo popolo, della schiavitù, della povertà, 
della continua lotta. 
Con uno uno stile semplice , immediato e folcloristico ha saputo raccontare 
una grande storia ed il grande amore per la sua Terra.
 
 La notte dei peones

 Il sangue dei martiri forza della terra

Gli agitatori

 La scelta


* l'autoritratto fu eseguito da Diego dopo la morte 
della sua amatissima moglie Frida Kalo, 
anch'essa grande pittrice, sconfitta dal dolore fisico e morale 
per la tutta la vita ma donna di grande 
coraggio, dedizione, amore.

autoritratto di Frida Kalo










martedì 6 dicembre 2011

Dentro di noi

Alle volte è dentro di noi qualcosa 
( che tu sai bene perché è la poesia)
qualc...osa di oscuro che fa luminosa la vita,
un pianto interno, 
una nostalgia gonfia di asciutte, 
pure lacrime.
 
 
 
 

Autoritratti

Immortali











Fabrizio

Fabrizio De Andrè
Quello che non ho è una camicia bianca
quello che non ho è un segreto in banca
quello che non ho sono le tue pistole
per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole.

Quello che non ho è di farla franca
quello che non ho è quel che non mi manca
quello che non ho sono le tue parole
per guadagnarmi il cielo per conquistarmi il sole.

Quello che non ho è un orologio avanti
per correre più in fretta e avervi più distanti
quello che non ho è un treno arrugginito
che mi riporti indietro da dove sono partito.

Quello che non ho sono i tuoi denti d'oro
quello che non ho è un pranzo di lavoro
quello che non ho è questa prateria
per correre più forte della malinconia.

Quello che non ho sono le mani in pasta
quello che non ho è un indirizzo in tasca
quello che non ho sei tu dalla mia parte
quello che non ho è di fregarti a carte.

Quello che non ho è una camicia bianca
quello che non ho è di farla franca
quello che non ho sono le sue pistole
per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole.

 


Una Storia Sbagliata